Attenzione! Sta per ritornare il momento di scendere in campo per la gara di solidarietà del 'Telethon' la maratona benefica che da venti anni la Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas organizza per raccogliere fondi a favore della ricerca sulla distrofia muscolare e su altre malattie genetiche. A Firenze come tradizione il fulcro di Telethon sarà in Piazza della Repubblica . Venerdi 16 e sabato 17 Dicembre avremo modo tutti di sostenere la ricerca. Nelle due giornate infatti si alterneranno,all’interno dei locali della Bnl e in piazza, eventi culturali, musicali, di arte, tradizione,sport e animazione per favorire la raccolta fondi. La vostra offerta, anche piccola, può essere un grande aiuto! Partecipate numerosi! Questo il programma delle due giornate: Venerdì 16 Dicembre Presenta Eva Edili di RDF con Marco Predieri 17.00 Un palco per Telethon con il Teatro Lumière 17.30 Giacomo Carolei presenta il libro “Tre righi tre caramelle” 18.00 Musica leggera con Luca Moriani 19.00 Un palco per Telethon con il Teatro Lumière 20.00 Spettacolo di cabaret e musica con I Gemelli Siamesi e Evelyn 21.00 Sonakaustica in concerto Sabato 17 dicembre Presentano Mario Tenerani e Alessandra Maggio di Lady Radio 10,00 Esibizione dell’ Unità Cinofila dei Carabinieri 11.00 Athenaeum Micro Jazz Band in concerto 12.00 I bambini incontrano i campioni dello sport. 14.00 Premiazione Fiorentini doc con Brunetto Salvini, Narciso Parigi, Adelaide Foti 15.00 Concerto del Piccolo Coro del Melograno 16.00 Gli antichi mestieri. Stefano Marmugi e l’associazione Arrotini 17.00 Graziano Salvadori presenta il film “Sarebbe stato facile” 18.00 Gianni Scacco in concerto 19.00 Matteo Poggi e i “Diversamente Recitanti” 19.30 Sfilata di moda “La Gare 24” 21.00 Dinamo Rock Band in concerto Due giornate di piano bar con Roberto Danesin & Friends. Sabato alle ore 16.00 Grande caccia al tesoro genitori-figli “Conosci Firenze” con premi e gadget per tutti i bambini. Animazione per bambini con il clown Pasticca e le Bolas di Francesco. A tutti i partecipanti sarà offerto un buffet |
domenica 11 dicembre 2011
Maratona Telethon 2011
venerdì 27 maggio 2011
Le Ragazze di San Frediano Atto II
giovedì 10 marzo 2011
"10 Ragazze" riempiono l'Aurora
Una giovane regista alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, un gruppo di attori fiorentini più o meno noti, dieci belle ragazze e la campagna toscana. Questi gli ingredienti di “10 Ragazze”, il film di Tessa Bernardi che giovedì sera ha riempito il cinema Aurora di Scandicci strappando anche qualche applauso. Due comici allo sbando, Alessandro Paci e Alessio Nonfanti, novelli Gatto e la Volpe, convincono dieci belle ragazze a seguirli in giro per paesini e sagre, facendo loro credere di essere in un Reality Show. Prese come sono dal desiderio di apparire, le ragazze sono disposte a fare qualunque cosa, anche la più improbabile, come andare per i campi con i tacchi a spillo per recuperare due taniche di benzina. La loro unica preoccupazione sembra essere quella di trovare il “confessionale” per poter parlare di sé e sparlare delle compagne. Insieme a loro un Graziano Salvadori bodyguard, molto più attento ai “body” che alla “guardia” delle ragazze. Carlo Monni e Sergio Forconi, seduti al tavolino di un bar, come una sorta di Coro Greco, raccontano e commentano la storia, dall’antefatto all’epilogo con lieto fine. “10 Ragazze” è una commedia gradevole e divertente, realizzata con pochi mezzi e senza troppe pretese. Alessandro Paci e Graziano Salvadori dicono di essersi divertiti molto sul set e di aver vissuto anche delle situazioni in cui la realtà ha superato la fantasia. “C’è una scena del film – racconta Paci – dove siamo io, Graziano e Alessio che con il furgone andiamo oltre il limite di velocità. Ci dovevano fermare degli attori vestiti da carabinieri, invece ci hanno fermato quelli veri. Noi abbiamo detto le nostre battute e la loro reazione è stata la stessa come da copione”. Il film sarà in vendita in DVD dal prossimo 8 marzo.
Francesca Tofanari
Il Nuovo Corriere di Firenze, 13 febbraio 2011
"Femmine contro maschi", è guerra
In “Femmine contro Maschi” del regista Fausto Brizzi, si intrecciano tre storie dedicate ai difetti delle donne che, nella ricerca dell’uomo ideale tentano di cambiare i propri compagni rischiando così di perderli. “Emilio Solfrizzi perde la memoria e la moglie Luciana Littizzetto cerca di “resettarlo” in una specie di maggiordomo; Ficarra e Picone sono osteggiati dalle compagne Francesca Inaudi e Serena Autieri nella loro passione per la musica; Nancy Brilli e Claudio Bisio fingono di essere una coppia felice pur essendo separati da due anni, per non dispiacere l’anziana madre di lui. All’uscita dal cinema Fulgor, le Femmine Barbara, Francesca, Federica, Valeria e Sestilia e i Maschi Leonardo, Giuseppe e Stefano concordano sul fatto che, nonostante sia stato preceduto da critiche non troppo lusinghiere, il film è molto carino e divertente, con un cast di bravi e brillanti attori italiani. Ma qualcuno ci ha trovato anche degli spunti di riflessione sui rapporti tra uomo e donna. Stefano, riferendosi all’episodio del marito “resettato”, ha detto che è giusto che un uomo aiuti la moglie che lavora e deve occuparsi dei figli, ma certi lavori domestici, come stirare, lo fanno sentire meno maschio. “Le femmine – dice - non sono più abituate a far sentire un maschio “maschio”. Anche Francesca, come Stefano, pensa che uomini e donne siano diversi e che ognuno dovrebbe riappropriarsi del proprio ruolo nella coppia e nella famiglia “Io ho visto dei valori positivi in questo film – dice Francesca - al di là di alcune esagerazioni che dovevano dare colore. Le figure più belle del film sono state la bambina e il bambino dell’episodio con Nancy Brilli. Il bambino che corteggia la bambina scrivendole una lettera è un ritorno alle origini. Adesso sono le ragazze che vanno dai ragazzi. I maschi scappano perché le donne sono troppo aggressive.” C’è chi ritiene che il ritratto che nel film viene fatto delle donne sia esagerato. “Le donne sono dipinte come delle streghe - dice Barbara - io non credo di essere così rompiscatole. Bisogna andare incontro anche alle esigenze di libertà del marito”. “Sembra che noi freniamo tutti i sogni e i desideri degli uomini – interviene Sestilia -, per farli stare sempre a casa con noi e con i figli. Non è sempre così”. Una cosa comunque è certa secondo Francesca: “Quando una donna in famiglia sta male salta tutto. Se la donna ha dei problemi, questo crea poi degli squilibri nella famiglia. Infatti le crisi femminili nel film si ripercuotono sull’equilibrio e sulla serenità familiari”.“La donna che cerca di cambiare l’uomo alla fine perde” conclude Valeria. E Stefano, riprendendo il concetto del maschio che stira, ribadisce che “non ci sono più femmine “femmine”. Avrà forse dovuto ricredersi quando ha varcato la soglia del cinema una splendida Marina Ripa di Meana, che più femmina di così…
Francesca Tofanari
Nuovo Corriere di Firenze, 7 febbraio 2011
"Il discorso del Re" esalta il pubblico
Dodici nomination all’Oscar per il film “Il discorso del Re” del regista inglese Tom Hooper, protagonisti Colin Firth, Barbara Bonham Carter e Geoffrey Rush. Un film che si potrebbe supporre impegnato e un po’ pesante e che si rivela invece leggero e divertente; una storia di amicizia e di buoni sentimenti, ambientata in un contesto storico drammatico, che rimane sempre un po’ in secondo piano. Uscito venerdì sera a Firenze in soli due cinema, il film non ha deluso le aspettative di un pubblico abbastanza ristretto, ma raffinato e competente. “Molto bello – dice Daniele Dragoni - Attori meravigliosi. Bravo Colin Firth, ma credo che per apprezzare ancora meglio la sua recitazione il film andrebbe visto in lingua originale. Brava la Bonham Carter e bravissimo il dottore”. “Mi sono piaciuti molto i vestiti e i costumi – aggiunge Cinzia Fontana -, mentre trovo che non si siano sprecati troppo nelle ricostruzioni storiche” “Il film mi è piaciuto tanto – commenta la signora Franca Luongo - Colin Firth recita molto bene. E’ un film originale, né storico né tematico, ma focalizzato sul problema della balbuzie di re Giorgio VI e sul bellissimo percorso che fa con il suo logopedista. La storia è molto verosimile, sono curiosa di sapere se le cose sono andate davvero così. Ho apprezzato molto anche l’attrice e la fotografia”. “E’ un film originale, fuori dagli schemi e sopra le righe - interviene Giuseppina Gruppillo - Ho trovato molto contemporanee le scenografie, nonostante fossero ricostruzioni filologiche dell’epoca del deco’, in particolare le carte da parati della casa del logopedista. Non so quanto ci sia di vero ma sicuramente la storia è molto verosimile. Belle le inquadrature dei primi piani deformati dell’inizio. Interessante dal punto di vista della costruzione del film”. A giudizio del pubblico, “Il Discorso del Re” le dodici nomination le merita tutte. In particolare, passano a pieni voti l’attore protagonista Colin Firth e i due attori non protagonisti Helena Bonham Carter e Geoffrey Rush.
Francesca Tofanari
Nuovo Corriere di Firenze, 30 gennaio 2011
"Qualunquemente", buona la prima
Diffcilmente un film riesce a mettere d’accordo persone di diverse generazioni, giovani e meno giovani. Ci è riuscito Qualunquemente, l’attesissimo film di Antonio Albanese, uscito nelle sale venerdì scorso. “Senzadubbiamente” un film che fa ridere, ma un po’ a denti stretti, perché la storia di Cetto La Qualunque, il candidato sindaco del paesino calabrese Marina di Sopra , uomo corrotto e ignorante che con il motto "Più pilu e cemento armato” compra voti, elargisce favori agli amici e si contorna di bellissime donne, fa pensare a vicende politiche troppo attuali. “Non riesco a ridere tanto su cose che sotto sotto sono vere” commenta Alice, una giovane ragazza all’uscita dal cinema. Allo stesso modo la pensano le signore Carla e Anita “Il film mi ha messo un gran malessere – dice Anita – perché si vedeva riflessa la realtà. Sembra una storia paradossale, ma non lo è poi così tanto”. “La situazione è esasperata – aggiunge Carla – ma attuale. Abbiamo riso ma quasi ci vergognavamo. Albanese comunque è bravo e il film è curato e ben fatto. Mi ha deluso invece Sergio Rubini. Il suo personaggio è poco brillante ”. “Pensavo meglio – commenta Stefano – il film è carino, lui è molto bravo, ma,da grande fan di Cetto La Qualunque, speravo di fare qualche risata in più”. “Ci è piaciuto così così – concordano Michele, Maddalena, Cecilia e Flavia, gli amici di Alice – E’ piacevole vedere il personaggio di Albanese in uno sketch, ma tutto un film è troppo”. “Amo Albanese – dice Daniele – ma ho trovato il film molto lento. Preferisco vederlo in uno spettacolo di cabaret dove il messaggio arriva più immediato. Eccezionali invece le location, soprattutto la casa di Cetto, dove non c’è un dettaglio che non sia di cattivo gusto”. “Dunquemente” il personaggio di Cetto La Qualunque non delude i suoi fans e Antonio Albanese si conferma attore bravo e dall’umorismo sarcastico e intelligente. Ma sembra che tutti “concordemente” preferiscano “più pilu per tutti” a piccole dosi.
Francesca Tofanari
Nuovo Corriere di Firenze, 23 gennaio 2011
domenica 13 febbraio 2011
Borgo Ognissanti, un kebab in salotto
Borgo Ognissanti è la lunga strada della zona ovest del centro di Firenze che corre più o meno parallela all'Arno da piazza Goldoni al Prato di Ognissanti. Nel complesso una strada tranquilla, con tanti negozi, ristoranti e bei palazzi storici. Il fondo stradale è un po’ dissestato e fa acqua da tutte le parti, nel vero senso della parola perché le fogne danno di fuori, ma a primavera dovrebbero iniziare i lavori alle fognature, per cui la strada sarà riasfaltata. Tutto questo è dovuto in gran parte al lavoro che da quattro anni sta portando avanti l’Associazione Borgo Ognissanti, una vera e propria Associazione di strada che coinvolge ben 88 negozianti. “L’Associazione è nata – dice il suo Presidente Fabrizio Carabba – per cercare di fare qualcosa per la strada che stava cadendo nel degrado”. Grazie alla forza e allo spirito di collaborazione di tutti i negozianti Borgo Ognissanti può essere considerata un po’ un’isola felice. “Si riescono a portare avanti tanti progetti – continua Carabba - come l’aiuola in via Curtatone che sostituirà i cordoli di plastica bianchi e rossi, gli interventi su alcuni Palazzi in decadimento come l’Hotel Albion e l’ex Economia e Commercio che diventerà la sede del Polimoda. E’ la prima strada a Firenze dove il Quadrifoglio ha messo i cassonetti interrati. Per ora abbiamo sempre trovato nell’Amministrazione degli interlocutori che ci sono stati a sentire”. Certo, i problemi ci sono, ma riguardano essenzialmente il fatto che molti residenti se ne sono andati “La gente va a vivere fuori dal centro, – dice Francesco, che gestisce da tanti anni una gastronomia di famiglia - in posti che si raggiungono più comodamente con la macchina e preferisce fare la spesa nei centri commerciali”. “Prima c’erano tanti uffici – dice Elisabetta del Forno Becagli – ma da quando hanno messo la porta telematica si sono trasferiti quasi tutti fuori dalla zona blu, soprattutto per la carenza di mezzi pubblici”. Anche dal punto di vista della sicurezza, l’Associazione svolge un ruolo importante. Borgo Ognissanti è una strada in cui si può passeggiare tranquilli la sera perché ben illuminata e continuamente presidiata dai Carabinieri del locale Comando. L’importante è non girare l’angolo in via Palazzuolo. “Purtroppo – continua Carabba - nonostante i continui controlli, il problema della criminalità, dello spaccio e della prostituzione di via Palazzuolo e delle strade limitrofe non si riesce a risolvere, nonostante siano venti anni che l’Amministrazione è allertata. Non c’è un intervento sistematico per mandare via gli stranieri non regolari. Possiamo solo far si che il fenomeno resti circoscritto”. “Negli ultimi anni sono venuti a vivere qui tanti extracomunitari, - dice Massimo, il pescivendolo – Quelli che non hanno un lavoro vanno ad incrementare la criminalità di via Palazzuolo, altri hanno aperto delle attività commerciali. Bisognerebbe tutelare i negozi del quartiere e garantire una continuità generazionale dei mestieri. Ma gli affitti sono troppo alti e molti se ne vanno. Solo in Borgo Ognissanti ci sono tre negozi che vendono Kebab. Ma chi va a mangiare il Kebab l’ha mai provato un panino con il lampredotto?”
Le mille facce di Santo Spirito
Il quartiere di S.Spirito ha molte anime e molte facce. La vita del quartiere si svolge nella piazza, una delle più belle di Firenze, con la sua meravigliosa Basilica, ultimo progetto del Brunelleschi. Qui convivono i residenti, i negozianti, i proprietari dei locali pubblici, i senzatetto e ognuno vive in maniera diversa i problemi della zona. La mattina la piazza si veste dei colori del mercato, del chiacchiericcio delle signore intorno alle bancarelle, delle voci degli ambulanti che invitano ad acquistare, delle persone che si ritrovano davanti ai bar. Ma quando i banchi del mercato lasciano spazio alla Piazza, quando la gente si disperde per le tante stradine, affiora evidente il degrado, a cominciare dalle grandi buche per terra e dalla sporcizia. “Hanno cominciato a rifare la pavimentazione – dice Fabrizio Palloni residente nel quartiere – ma è tutto fermo a causa della pioggia. Avrebbero dovuto iniziare i lavori a primavera, ma gli esercenti dei locali si sono opposti perché un cantiere aperto in estate li avrebbe danneggiati.” “E’ inutile rifare la pavimentazione se non si fa un po’ di pulizia su quello che c’è sopra – interviene uno degli ambulanti – Si fa un bel pavimento e poi si lascia che i barboni continuino a mangiare sotto un palazzo del ‘400, a fare i loro bisogni nelle aiuole, a fare il bagno nella fontana e a dormire sulle panchine. Sono brave persone, nessuno ce l’ha con loro, ma il Comune dovrebbe trovargli una sistemazione”. E loro, i senzatetto, la vorrebbero un’altra sistemazione. “Non ci piace vivere per strada – dicono Francesco e Renzo – mentre giocano a carte sul muro del palazzo nobiliare dove sono alloggiati - ma non sappiamo dove andare. Qui almeno stiamo insieme, ci facciamo compagnia. I bagni nei bar non ce li fanno usare e il bagno pubblico è a pagamento. Da qualche parte dobbiamo farla”. L’altro grosso problema di S.Spirito sono i parcheggi. Da quando hanno tolto la sosta per i residenti in via della Chiesa, le macchine sono tutte parcheggiate nelle stradine limitrofe molto strette, come via della Caldaie e Borgo Tegolaio, spesso sui marciapiedi. “Quando torniamo a casa – dice Fabrizio Palloni – soprattutto la sera, è impossibile trovare un parcheggio perché la gente lascia la macchina ovunque, nei posti per residenti, in divieto di sosta, sui marciapiedi” “Bisognerebbe fare un parcheggio nelle vecchie Scuderie – dice un ortolano della piazza – ma anche lì è un totale degrado, il giardino è pieno di siringhe”. “Anche le biciclette sono un problema – dice un altro abitante del quartiere – le rastrelliere sono piene di vecchie biciclette rotte che nessuno porta via e sui marciapiedi non si passa più perché sono diventati parcheggi per le bici”. “Ma il sindaco – interviene un signore - non le vede queste cose quando passa qua davanti per andare dal parrucchiere in via Sant’Agostino?”
Quando si spengono le luci e si abbassano i bandoni dei negozi, Piazza S.Spirito si riempie di una varia umanità e anche di pericoli. La “vivacità della vita notturna” turba il sonno dei residenti che vorrebbero dormire nelle loro case e la tranquillità di coloro che vorrebbero farsi una passeggiata. Accanto ai normali avventori dei numerosi locali, ci sono tanti ubriachi, extracomunitari che spacciano, i decibel troppo alti delle bande rock che suonano nella piazza. “La notte è un inferno, specialmente d’estate – dice Beatrice Turillazzi, architetto, le cui finestre affacciano sulla piazza – tutte le sere si fa festa, con musica troppo alta, casse piazzate proprio sotto le finestre, fino a notte tardissima.” “Le notti d’inverno sono più tranquille – dice Marco Zini, il dottore della Farmacia S.Spirito- ma l’alcol e la droga rimangono un grosso problema, anche se mi sembra che i tossicodipendenti siano un po’ diminuiti”. “La sera è pericoloso stare nella piazza – dice Francesco, un ragazzo che spesso davanti alla chiesa fa degli spettacoli con le sue bolas luminose – ci sono ubriachi e spacciatori. Più volte mi hanno tirato addosso delle bottiglie di vetro”. “E’ bello che la piazza sia viva, che ci sia gente e musica – dice Beatrice Turillazzi – ma si dovrebbero rispettare delle regole e ci vorrebbe un maggior controllo da parte delle Forze dell’Ordine. Il Presidio dei vigili nella Piazza funziona da Giugno a Settembre, ma solo per l’ordine pubblico; per gli schiamazzi la competenza è della Polizia Municipale di Piazza della Calza; i giorni dispari si devono chiamare i Carabinieri, i giorni pari la Polizia. Non ci si capisce più niente”.
San Frediano nella morsa delle auto
Quando si oltrepassa per la prima volta Porta San Frediano e si entra nel quartiere tanto amato da Vasco Pratolini, si ha l’impressione di essere in un altro mondo: una piccola città nella città, dove i negozi sono botteghe, dove tutto ha un che di familiare. Ma chi ci vive e ci lavora da tanto tempo racconta una storia diversa. “Una volta San Frediano era davvero una città nella città, un quartiere popolano, volgare, artigianale, ma vivo. Oggi San Frediano è un quartiere in degrado per problemi legati alla viabilità e ai parcheggi”. Dice Stefano Bemer, artigiano di scarpe. “Sono venuti qua tante volte – continua - ci hanno fatto delle promesse, ma vengono con le gambe e con la faccia, non con il cuore”. La zona più interessata è il tratto di Borgo San Frediano che va dalla porta telematica, quindi da piazza De’Nerli, a Piazza Nazario Sauro. “I marciapiedi sono molto stretti e sul lato sinistro parcheggiano macchine e motorini, tanto che si fa fatica a camminarci a piedi ed è impossibile percorrerli con un passeggino o con una carrozzina per un disabile, – dicono Alessandro e Rodolfo Mignani, titolari di una macelleria in Borgo San Frediano – la strada si restringe così tanto che per camminare sul lato destro bisogna “spiaccicarsi” contro i muri delle case per non farsi prendere in testa dagli specchietti retrovisori degli autobus o dei furgoni”. "Il fondo stradale è disastroso un po’ dappertutto – spiegano Ilaria, Desy e Daniela, decoratrici su legno - ci sono grandi buche tra le antiche pietre che ogni tanto vengono “rattoppate” con un po’ di asfalto; le fogne non vengono svuotate da anni e le strade si allagano quando piove”. “Bisogna togliere le macchine – interviene Simone, il “trippaio di San Frediano” – liberare le piazze e asfaltare le strade. In Piazza De’ Nerli ogni tanto qualcuno, a piedi o in scooter, cade in una buca”. “Per liberare San Frediano dalle macchine occorrerebbe un parcheggio interrato, in piazza del Carmine o in piazza Tasso”, aggiunge Alfredo Cozzi del “Dolce Emporio”.“Ci sono varie ipotesi allo studio non di facile soluzione perché l’Oltrarno è visto come la culla di Firenze e della fiorentinità – spiega Roberto Nativi, Presidente della Commissione Sviluppo Economico e Turismo del quartiere 1 - e l’Amministrazione Comunale si trova a dover decidere tra attuare una pedonalizzazione di tutta la zona, valorizzando così la residenzialità e potenziando il turismo, con un sistema di mobilità basato su auto elettriche, pulmini e appositi parcheggi per i residenti, oppure privilegiare il commercio, lasciando libero accesso a macchine e camion. Questo comporterebbe la sostituzione delle antiche pietre della pavimentazione stradale con l’asfalto. Ma siamo in una delle zone più antiche di Firenze e bisogna scontrarsi con le Belle Arti”. Un progetto di cui si parla da tempo e che fa parte dei 100 punti di Renzi, è quello della costruzione di un parcheggio interrato in Piazza del Carmine, che consentirebbe la creazione di 250 posti auto e la valorizzazione di una bellissima piazza oggi invasa dalle macchine. Alla domanda: “Cosa osta alla costruzione di detto parcheggio?” il Nativi risponde: “il parcheggio si farà, è un punto all’ordine del giorno dell’Amministrazione e i lavori dovrebbero partire prima della fine del mandato di Renzi, ma rientra in una situazione di intervento complessivo. Da solo non basta a risolvere i problemi di San Frediano”.