giovedì 10 marzo 2011

"10 Ragazze" riempiono l'Aurora



Una giovane regista alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, un gruppo di attori fiorentini più o meno noti, dieci belle ragazze e la campagna toscana. Questi gli ingredienti di “10 Ragazze”, il film di Tessa Bernardi che giovedì sera ha riempito il cinema Aurora di Scandicci strappando anche qualche applauso. Due comici allo sbando, Alessandro Paci e Alessio Nonfanti, novelli Gatto e la Volpe, convincono dieci belle ragazze a seguirli in giro per paesini e sagre, facendo loro credere di essere in un Reality Show. Prese come sono dal desiderio di apparire, le ragazze sono disposte a fare qualunque cosa, anche la più improbabile, come andare per i campi con i tacchi a spillo per recuperare due taniche di benzina. La loro unica preoccupazione sembra essere quella di trovare il “confessionale” per poter parlare di sé e sparlare delle compagne. Insieme a loro un Graziano Salvadori bodyguard, molto più attento ai “body” che alla “guardia” delle ragazze. Carlo Monni e Sergio Forconi, seduti al tavolino di un bar, come una sorta di Coro Greco, raccontano e commentano la storia, dall’antefatto all’epilogo con lieto fine. “10 Ragazze” è una commedia gradevole e divertente, realizzata con pochi mezzi e senza troppe pretese. Alessandro Paci e Graziano Salvadori dicono di essersi divertiti molto sul set e di aver vissuto anche delle situazioni in cui la realtà ha superato la fantasia. “C’è una scena del film – racconta Paci – dove siamo io, Graziano e Alessio che con il furgone andiamo oltre il limite di velocità. Ci dovevano fermare degli attori vestiti da carabinieri, invece ci hanno fermato quelli veri. Noi abbiamo detto le nostre battute e la loro reazione è stata la stessa come da copione”. Il film sarà in vendita in DVD dal prossimo 8 marzo.

Francesca Tofanari

Il Nuovo Corriere di Firenze, 13 febbraio 2011

"Femmine contro maschi", è guerra

In “Femmine contro Maschi” del regista Fausto Brizzi, si intrecciano tre storie dedicate ai difetti delle donne che, nella ricerca dell’uomo ideale tentano di cambiare i propri compagni rischiando così di perderli. “Emilio Solfrizzi perde la memoria e la moglie Luciana Littizzetto cerca di “resettarlo” in una specie di maggiordomo; Ficarra e Picone sono osteggiati dalle compagne Francesca Inaudi e Serena Autieri nella loro passione per la musica; Nancy Brilli e Claudio Bisio fingono di essere una coppia felice pur essendo separati da due anni, per non dispiacere l’anziana madre di lui. All’uscita dal cinema Fulgor, le Femmine Barbara, Francesca, Federica, Valeria e Sestilia e i Maschi Leonardo, Giuseppe e Stefano concordano sul fatto che, nonostante sia stato preceduto da critiche non troppo lusinghiere, il film è molto carino e divertente, con un cast di bravi e brillanti attori italiani. Ma qualcuno ci ha trovato anche degli spunti di riflessione sui rapporti tra uomo e donna. Stefano, riferendosi all’episodio del marito “resettato”, ha detto che è giusto che un uomo aiuti la moglie che lavora e deve occuparsi dei figli, ma certi lavori domestici, come stirare, lo fanno sentire meno maschio. “Le femmine – dice - non sono più abituate a far sentire un maschio “maschio”. Anche Francesca, come Stefano, pensa che uomini e donne siano diversi e che ognuno dovrebbe riappropriarsi del proprio ruolo nella coppia e nella famiglia “Io ho visto dei valori positivi in questo film – dice Francesca - al di là di alcune esagerazioni che dovevano dare colore. Le figure più belle del film sono state la bambina e il bambino dell’episodio con Nancy Brilli. Il bambino che corteggia la bambina scrivendole una lettera è un ritorno alle origini. Adesso sono le ragazze che vanno dai ragazzi. I maschi scappano perché le donne sono troppo aggressive.” C’è chi ritiene che il ritratto che nel film viene fatto delle donne sia esagerato. “Le donne sono dipinte come delle streghe - dice Barbara - io non credo di essere così rompiscatole. Bisogna andare incontro anche alle esigenze di libertà del marito”. “Sembra che noi freniamo tutti i sogni e i desideri degli uomini – interviene Sestilia -, per farli stare sempre a casa con noi e con i figli. Non è sempre così”. Una cosa comunque è certa secondo Francesca: “Quando una donna in famiglia sta male salta tutto. Se la donna ha dei problemi, questo crea poi degli squilibri nella famiglia. Infatti le crisi femminili nel film si ripercuotono sull’equilibrio e sulla serenità familiari”.“La donna che cerca di cambiare l’uomo alla fine perde” conclude Valeria. E Stefano, riprendendo il concetto del maschio che stira, ribadisce che “non ci sono più femmine “femmine”. Avrà forse dovuto ricredersi quando ha varcato la soglia del cinema una splendida Marina Ripa di Meana, che più femmina di così…

Francesca Tofanari

Nuovo Corriere di Firenze, 7 febbraio 2011

"Il discorso del Re" esalta il pubblico

Dodici nomination all’Oscar per il film “Il discorso del Re” del regista inglese Tom Hooper, protagonisti Colin Firth, Barbara Bonham Carter e Geoffrey Rush. Un film che si potrebbe supporre impegnato e un po’ pesante e che si rivela invece leggero e divertente; una storia di amicizia e di buoni sentimenti, ambientata in un contesto storico drammatico, che rimane sempre un po’ in secondo piano. Uscito venerdì sera a Firenze in soli due cinema, il film non ha deluso le aspettative di un pubblico abbastanza ristretto, ma raffinato e competente. “Molto bello – dice Daniele Dragoni - Attori meravigliosi. Bravo Colin Firth, ma credo che per apprezzare ancora meglio la sua recitazione il film andrebbe visto in lingua originale. Brava la Bonham Carter e bravissimo il dottore”. “Mi sono piaciuti molto i vestiti e i costumi – aggiunge Cinzia Fontana -, mentre trovo che non si siano sprecati troppo nelle ricostruzioni storiche” “Il film mi è piaciuto tanto – commenta la signora Franca Luongo - Colin Firth recita molto bene. E’ un film originale, né storico né tematico, ma focalizzato sul problema della balbuzie di re Giorgio VI e sul bellissimo percorso che fa con il suo logopedista. La storia è molto verosimile, sono curiosa di sapere se le cose sono andate davvero così. Ho apprezzato molto anche l’attrice e la fotografia”. “E’ un film originale, fuori dagli schemi e sopra le righe - interviene Giuseppina Gruppillo - Ho trovato molto contemporanee le scenografie, nonostante fossero ricostruzioni filologiche dell’epoca del deco’, in particolare le carte da parati della casa del logopedista. Non so quanto ci sia di vero ma sicuramente la storia è molto verosimile. Belle le inquadrature dei primi piani deformati dell’inizio. Interessante dal punto di vista della costruzione del film”. A giudizio del pubblico, “Il Discorso del Re” le dodici nomination le merita tutte. In particolare, passano a pieni voti l’attore protagonista Colin Firth e i due attori non protagonisti Helena Bonham Carter e Geoffrey Rush.

Francesca Tofanari

Nuovo Corriere di Firenze, 30 gennaio 2011

"Qualunquemente", buona la prima

Diffcilmente un film riesce a mettere d’accordo persone di diverse generazioni, giovani e meno giovani. Ci è riuscito Qualunquemente, l’attesissimo film di Antonio Albanese, uscito nelle sale venerdì scorso. “Senzadubbiamente” un film che fa ridere, ma un po’ a denti stretti, perché la storia di Cetto La Qualunque, il candidato sindaco del paesino calabrese Marina di Sopra , uomo corrotto e ignorante che con il motto "Più pilu e cemento armato” compra voti, elargisce favori agli amici e si contorna di bellissime donne, fa pensare a vicende politiche troppo attuali. “Non riesco a ridere tanto su cose che sotto sotto sono vere” commenta Alice, una giovane ragazza all’uscita dal cinema. Allo stesso modo la pensano le signore Carla e Anita “Il film mi ha messo un gran malessere – dice Anita – perché si vedeva riflessa la realtà. Sembra una storia paradossale, ma non lo è poi così tanto”. “La situazione è esasperata – aggiunge Carla – ma attuale. Abbiamo riso ma quasi ci vergognavamo. Albanese comunque è bravo e il film è curato e ben fatto. Mi ha deluso invece Sergio Rubini. Il suo personaggio è poco brillante ”. “Pensavo meglio – commenta Stefano – il film è carino, lui è molto bravo, ma,da grande fan di Cetto La Qualunque, speravo di fare qualche risata in più”. “Ci è piaciuto così così – concordano Michele, Maddalena, Cecilia e Flavia, gli amici di Alice – E’ piacevole vedere il personaggio di Albanese in uno sketch, ma tutto un film è troppo”. “Amo Albanese – dice Daniele – ma ho trovato il film molto lento. Preferisco vederlo in uno spettacolo di cabaret dove il messaggio arriva più immediato. Eccezionali invece le location, soprattutto la casa di Cetto, dove non c’è un dettaglio che non sia di cattivo gusto”. “Dunquemente” il personaggio di Cetto La Qualunque non delude i suoi fans e Antonio Albanese si conferma attore bravo e dall’umorismo sarcastico e intelligente. Ma sembra che tutti “concordemente” preferiscano “più pilu per tutti” a piccole dosi.

Francesca Tofanari

Nuovo Corriere di Firenze, 23 gennaio 2011